30 aprile > 29 maggio 2010 – Palazzo Mediceo – Scuderie Granducali (Seravezza) a cura di Alessandra Trabucchi e Serena Cinelli
Provicia di Lucca, Comune di Seravezza Assessorato alla Cultura, Fondazione Terre Medicee, Auser Seravezza
Antirazzismo e arte – Ritratti di Nina Simone
a cura di Alessandra Trabucchi e Serena Cinelli
Seravezza – Scuderie Granducali 30 aprile > 29 maggio 2010 sito web
Soggetti ritraenti
La discriminazione di genere è un fenomeno profondamente radicato nella nostra società. Nonostante i molti sforzi per ridurla, rappresenta un problema attuale e di difficile soluzione. Nel 1985, un gruppo di artiste femministe, esposero alla mostra “An International Survey of Painting and Sculture” al MoMA di New York (che includeva 169 artisti di cui soltanto 13 donne) e in quel contesto fondarono le Guerrilla Girls. Da allora hanno iniziato con il loro lavoro e le loro opere a denunciare la discriminazione sessista nel mondo dell’arte, della politica, della letteratura… usando l’umorismo per trasportare le informazioni e provocare discussioni. Nel pensiero comune l’arte è fatta da uomini e la donna è musa ispiratrice che non partecipa alla creazione dell’arte, né tanto meno alla sua cura o diffusione, l’essere donna non è considerato come un aspetto culturale.
L’esperienza delle Guerrilla Girls mi ha fornito lo spunto per realizzare questo nuovo progetto artistico, volto a far comprendere la differenza sessuale come un fatto culturale. Proprio questa percezione delle donne che si limita a quella di volti e corpi misteriosi da dipingere, soggetti ritratti e non soggetti ritraenti, è stato il motivo che mi ha dato l’Idea per i Ritratti di Nina Simone, pensati non come ritratti di una musa ispiratrice, ma di una donna ispirata che partecipa attivamente alla produzione dell’arte, della coscienza di genere e quindi della cultura. La canzone “Four Women” scritta da Nina Simone, ci consegna il ritratto della condizione femminile afroamericana: quattro personaggi di donna, accomunati da una condizione di doppia discriminazione razziale e sessista. Ho quindi chiesto a due donne, Alessandra Trabucchi e Serena Cinelli, di curare e realizzare con me un tributo a Nina Simone ed in particolare a questa canzone, che divenne un inno del movimento femminista afroamericano. L’idea: chiamare ed invitare quattro artiste, quattro donne, a realizzare quattro differenti progetti e lavori artistici espressi in quattro diverse arti, Fotografia, Letteratura, Video arte e Musica.
Anna Galetta con Scatti Rubati, fotografie dedicate al tema dell’emarginazione e razzismo; Cinzia Biagiotti con Literary Workshop Scrittrici afroamericane, discriminazione razziale e la musica di Nina Simone, realizzato da un gruppo di sette studenti del corso di Lingua e Letteratura Angloamericana dell’ Università di Pisa; Francesca Rizzetto con UNLab UrbanNetWorkLaboratory con quattro video – Zooming, Displacement, Media_Space, 360°; Michela Lombardi con il concerto evento Shades of Nina. I colori e le sfumature del canto di Nina Simone.
Il loro lavoro, unito al mio di Pittura, ha prodotto il ritratto di una grande donna, cantante, pianista, scrittrice e attivista per i diritti civili, che ha combattuto con le straordinarie armi della propria musica e della propria voce
Jazz is a white term to define black people. My music is black classical music.
Nina Simone
Testi di Chiara Cinelli, Luisa Lorenzoni